Cosa dicono

COSA DICONO

 

LEGAMBIENTE — Ancona, 29 giugno 2013
Procedere all’istituzione dell’Area marina del Conero

Bene la sinergia tra enti e associazioni. Ora si proceda all’istituzione dell’Area Marina Protetta del Conero, un’opportunità ambientale, economica e sociale per l’intero territorio marchigiano.
Domani, alle 10.30, al porto di Numana, l’equipaggio di Goletta Verde accompagnerà Iside, un’esemplare di tartaruga Caretta Caretta alla caletta in vista della sua definitiva liberazione
Il passaggio della Goletta Verde, la storica campagna itinerante di Legambiente che da ventotto anni naviga a difesa delle coste e del mare italiano, segna nella sua tappa ad Ancona l’impegno delle istituzioni all’Area protetta del Conero. L’impegno è stato assunto durante l’incontro svoltosi questa mattina nella sala didattica Mole Vanvitelliana alle ore 10, nel corso dell’incontro sul tema: «Area Marina Protetta del Conero: un’opportunità ambientale, economica e sociale per l’intero territorio». Un’iniziativa che rientra nel Festival del Parco del Conero e che ha visto, tra gli altri la partecipazione di Valeria Mancinelli, sindaco di Ancona; Marzio Carletti, sindaco di Numana; Lanfranco Giacchetti, presidente del Parco del Conero; Bruna Valettini, Acquario di Genova, coordinatrice progetto Life Fish Scale; Nino Lucantoni, Legambiente Marche; Luigino Quarchioni, presidente di Legambiente Marche; Carlo Neuman, presidente associazione riviera del Conero e Renato Grimaldi, direttore Generale per la protezione della natura e del mare del Ministero dell’Ambiente.

«Il passaggio di Goletta Verde ha sancito con questa iniziativa la volontà delle parti in causa di procedere all’istituzione dell’Area marina del Conero — ha dichiarato Luigino Quarchioni, presidente di Legambiente Marche — Si tratta di un’importante sinergia tra i soggetti chiamati in causa per lavorare intensamente e fin da subito affinché il Conero possa avere anche un’area marina protetta. Si potrebbe così arrivare a compiere un importante passo avanti nella tutela della preziosa biodiversità di questi luoghi oltre a rappresentare una concreta opportunità per lo sviluppo economico e sostenibile del territorio. Conservazione della natura, dunque, ma anche opportunità economiche attenzione sull’importanza delle aree protette e sui benefici sociali, economici e ambientali che da queste derivano».
Domani mattina, invece, appuntamento al porto di Numana, alle ore 10.30, dove l’equipaggio di Goletta Verde accompagnerà un’esemplare di tartaruga caretta caretta alla caletta per la riabilitazione. Una caletta di mille metri quadrati di mare dove gli animali possono prendere di nuovo confidenza con l’ambiente marino, prima della liberazione definitiva. L’iniziativa è organizzata nell’ambito delle attività della Rete per la Conservazione della Tartaruga Marina, costituita nel maggio 2010 e di cui fanno parte la Regione Marche, la Capitaneria di Porto, il Corpo Forestale dello Stato, la Fondazione Cetacea, il Parco Naturale del Conero, il Parco Naturale del Monte San Bartolo, la Riserva Naturale della Sentina, il CNR e l’Arpam.
Iside, questo il nome della tartaruga, era stata pescata in una rete a largo di Ravenna nel gennaio scorso. Oggi è lunga 64 cm e pesa 28 kg. Domani sarà accompagnata in mare e verrà liberata definitivamente il 2 luglio.

 

PARCO DEL CONERO — 13 gennaio 2014
Il sindaco di Ancona Valeria Mancinelli dice SÌ all’istituzione dell’Area Marina Protetta e NO ai tagli della Regione dei fondi ai Parchi naturali

Il Comune di Ancona sarà in prima fila per poter utilizzare da subito i fondi dedicati alle Aree Protette marine dalla Manovra Finanziaria del Governo:
Si ritiene che l’istituzione dell’rea marina del Conero, a cui il Comune di Ancona ha dato da tempo la sua adesione convinta, rappresenti una tutela del pregio e della specificità del nostro territorio e possa essere volano delle Nazioni Unite per l’economia verde, ricerca scientifica e sviluppo sostenibile. Per questo opereremo in sinergia con gli altri enti coinvolti perché anche il Comune di Sirolo superi le perplessità, non solo sulla istituzione dell’area marina protetta, ma anche sul ruolo e la funzionalità dell’Ente Parco del Conero. Il Progetto di Area Marina Protetta, che ha la forza di diventare un catalizzatore di turismo sostenibile e di tutte le attività legato alla imprenditoria verde, sarebbe messo fortemente a rischio dalla decisione della Regione di tagliare i finanziamenti ai parchi e alle riserve naturali delle Marche. Sarebbe una decisione miope. Perché i tagli andrebbero a colpire non sacche improduttive o di spreco, ma un settore che rappresenta un capitale naturale e di bellezza da preservare e una risorsa vitale per il nostro territorio e la nostra impresa, specie quella giovane. Anche per questo considero pretestuose e infondate le polemiche avanzate dagli amministratori di Sirolo sull’Ente Parco considerato alla stregua di un «carrozzone», laddove crediamo svolga una funzione importante di promozione e di salvaguardia. Questo non significa che non siamo disponibili, nel momento di rigore e sobrietà finanziaria che stiamo vivendo, una rivisitazione della spesa e del funzionamento dell’Ente stesso da fare insieme.

Valeria Mancinelli — Sindaco di Ancona

LEGACOOP — marzo 2014
CONERO: NASCE IL COMITATO PROMOTORE PER L’AREA MARINA PROTETTA

Subito l’Area Marina Protetta del Conero. È questo l’appello con cui si presenta ilComitato Promotore a sostegno dell’immediata costituzione del parco marino.Legambiente Marche, Lega Pesca Marche, Cooperativa dei Pescatori di Portonovo e Slow Food sono i fondatori del neonato gruppo di lavoro che, da oltre dieci anni, si sta impegnando con le istituzioni e le forze sociali per arrivare alla costituzione di questa nuova area protetta, la prima nelle Marche.

L’Area Marina Protetta del Conero è stata prevista nella legge 394/91 ma i lavori per la sua istituzione non sono andati oltre gli studi scientifici necessari. Nell’ultima legge di stabilità sono stati previsti, invece, i fondi destinati a due parchi marini, quello del Conero e di Capo Milazzo in Sicilia, per andare avanti e arrivare, finalmente dopo oltre vent’anni, alla definizione. Un’opportunità che tutto il territorio non può e non deve perdere visti gli enormi benefici che l’Area Marina Protetta del Conero potrebbe portare alle Marche. Benefici e vantaggi che non sono solo ambientali ma anche sociali ed economici che in questo momento così delicato rappresenterebbero un’occasione per dare speranza ai cittadini e al territorio. Il Comitato, aperto alle adesioni di tutti i soggetti che ne condividono gli obiettivi, lavorerà con le istituzioni per arrivare in tempi brevi all’istituzione dell’area marina protetta e incontrerà cittadini e forze sociali per fare sensibilizzazione e dare informazioni.

All’iniziativa, che si è tenuta nell’Aula del Mare di Ancona, hanno partecipato Vittorio Cogliati Dezza, presidente nazionale Legambiente; Simone Cecchettini, responsabile regionale Lega Pesca Marche; Roberto Rubegni, fiduciario Slow Food Ancona; Franco Frezzotti, Slow Food Ancona; Massimo Mengarelli, Cooperativa Pescatori Portonovo; Nino Lucantoni, Legambiente Marche, e Luigino Quarchioni, presidente Legambiente Marche. Sono intervenuti anche il consigliere regionale Adriano Carogna, il presidente del Consiglio comunale di Ancona, Marcello Dilani, il vicepresidente del Parco del Conero, Gilberto Stacchiotti, e, in rappresentanza del Comitato Mezzavalle Libera, Andrea Fantini.

 

Vivere Ancona — 8 aprile 2014
Area Marina Protetta del Conero: il Comitato promotore ha incontrato l’On. Realacci

Area Marina Protetta del Conero: il Comitato promotore ha incontrato due giorni fa ad Ancona il Presidente della Commissione Ambiente della Camera Ermete Realacci, che ha espresso ampia condivisione sull’argomento.
«L’Area Marina Protetta del Conero — ha spiegato l’On Realacci — è un’opportunità da non perdere perchè va in direzione della salvaguardia e della valorizzazione delle eccellenze del territorio quali, ad esempio, la piccola pesca ed il «mosciolo» di Portonovo, presidio Slow Food. L’AMP è un rafforzamento dell’area Conero, dentro il cui processo hanno un ruolo importante i Comuni e va in linea di continuità con il lavoro già intrapreso dal Parco del Conero che ha la sua espressione nello sviluppo di progetti di rilievo all’insegna della qualità, come quello di Filiera, che ha fatto dell’agricoltura un volano economico, pur rispettando l’ambiente, creando prodotti di nicchia a beneficio sia il consumatore, che l’agricoltore e la cui promozione è un ulteriore tassello positivo per quest’area di grande pregio. L’Area Marina Protetta è legata alla bellezza e non può che essere un valore aggiunto.
È un progetto realizzabile grazie alle risorse messe a disposizione del Ministero, che non vanno assolutamente perse, perché gli investimenti di questo tipo ricadono positivamente sul territorio e con loro crescita e benessere».

Lo scorso anno Legambiente ha organizzato un convegno sull’ Area Marina Protetta del Conero, in cui è emerso che esiste già uno studio che la ipotizza. Alla luce di questi nuovi finanziamenti stanziati dal Ministero, questo studio potrebbe essere in alcune parti rivisto, per renderlo sempre più attuale e rispondente alle esigenze locali.

Lo ha confermato anche in questa fase Luigino Quarchioni, Presidente di Legambiente Marche. Lanfranco Giacchetti, Presidente dell’Ente Parco del Conero, contento per la condivisione dell’On. Realacci al progetto e per l’attestazione di stima nei confronti del lavoro del Parco del Conero, non ha nascosto però una certa preoccupazione per il futuro dei Parchi: «Che ne sarà dei Parchi? — ha chiesto — Rimangono o c’è un territorio da mettere all’angolo?».

«La volontà a livello di Governo — ha risposto Realacci — è di essere dalla parte dell’ambiente e dei Parchi. Chiedo alla Regione Marche di fare uno sforzo in più in quella direzione, perché tutto va verso le politiche ambientali».

All’incontro del Comitato promotore dell’Area Marina Protetta erano presenti altresì l’On. Emanuele Lodolini, l’On. Piergiorgio Carrescia, Nino Lucantoni e Vitaliano Dattato di Legambiente, Franco Frezzotti di Slow Food.

 

Vivere Ancona — 20 giugno 2014
VERSO L’AREA MARINA PROTETTA DEL CONERO — INCONTRO IERI AL MINISTERO DELL’AMBIENTE. COMUNE DI ANCONA E ENTE PARCO HANNO ESPRESSO PIENA DETERMINAZIONE A PROCEDERE

Nella giornata di ieri il Ministero dell’Ambiente ha convocato i Comuni di Ancona, Sirolo, Numana, Parco del Conero, Regione Marche e Provincia di Ancona per l’avvio del procedimento per l’istituzione della’Area Marina Protetta «Costa del Conero». Per il Ministero erano presenti il Direttore Generale Grimaldi, la dott.ssa Giarratano e Diego Martino, accompagnati da esponenti dell’ISPRA che avrà il ruolo di consulente scientifico. Il Comune di Sirolo non ha partecipato e quello di Numana ha dichiarato di intervenire al momento solo come auditore.

La dott.ssa Giarratano ha illustrato quello che sarà il procedimento tecnico–amministrativo che prevede l’emanazione di due provvedimenti: il decreto istitutivo del Ministero dell’Ambiente e il regolamento di disciplina delle attività consentite. Le varie fasi procedimentali saranno avviate dopo che l’ISPRA avrà svolto alcune attività preliminari che culmineranno in una istruttoria che prevede anche un percorso fortemente partecipato dal territorio, e che toccherà aspetti importanti di natura conoscitiva ambientale e socio–economica, per arrivare infine alla proposta di perimetrazione e disciplina delle aree interessate. Sul piano della gestione l’affidamento sarà possibile nell’ambito dei soggetti singoli o consorziati che la legge prevede e con il rispetto di una piena autonomia di ogni territorio in quanto a modalità e scelte da fare. Questi soggetti sono: gli enti pubblici, le istituzioni scientifiche e le associazioni ambientaliste riconosciute.

Pur ribadendo l’assoluto rispetto delle volontà dei singoli territori, è apparsa comunque chiara la determinazione del Ministero nel voler perseguire il risultato dell’istituzione dell’ Area Marina del Conero e l’Ispra per quanto di sua competenza ha ribadito di voler tenere in massima considerazione gli studi preparatori sin qui sviluppati (vedi ad esempio quello del CNR del 2003 e altre indagini effettuate dalla Regione Marche) anche in un’ottica di maggiore contenimento delle procedure da mettere in campo e riducendo il più possibile i tempi dell’istruttoria. Il prossimo appuntamento al Ministero per una prima verifica sarà a Dicembre. Da parte loro il Parco del Conero e il Comune di Ancona hanno rappresentato al Ministero come da alcuni anni quella che potrà diventare l’area marina protetta sia costantemente premiata da importanti riconoscimenti per la sua alta qualità ambientale. Hanno inoltre ribadito di voler arrivare in tempi brevi alla costituzione della’area protetta del Conero pienamente convinti di quanto essa possa rappresentare una occasione di sviluppo e di crescita anche per le attività turistiche della zona. Il Comune di Ancona e il Comitato promotore di cui il Parco del Conero insieme a Legambiente, Lega Pesca, Slow food e Coop Pescartori è parte integrante, hanno inoltre condiviso approfondimenti su alcune tematiche riguardanti le varie fasi previste in tutto l’iter istitutivo dell’AMP. Questa elaborazione sarà la base importante su cui si svilupperà il processo partecipativo che si andrà ad avviare.

 

LA STAMPA — 6 giugno 2014
Aree marine protette via all’iter per altre 4
Il ministro dell’Ambiente annuncia: si amplia la tutela dei litorali italiani

Si amplia la tutela dei litorali italiani. Saranno infatti istituite quattro nuove aree marine protette (AMP) che si andranno a sommare alle 27 già esistenti per arricchire la straordinaria offerta di biodiversità marina che l’Italia è in grado di offrire. Il ministero dell’Ambiente oggi, in attuazione di quanto previsto nella legge di stabilità 2014, ha avviato l’iter per la creazione delle aree marine protette del Conero, sul litorale adriatico presso Ancona, di Torre Calderina in Puglia sulla costa barese tra Bisceglie e Molfetta, di Capo Testa–Punta Falcone, in Sardegna a pochi chilometri da Santa Teresa di Gallura, e di Capo Milazzo in Sicilia. Il ministro «Il vero tesoro italiano è la sua grande bellezza e varietà naturale e paesaggistica, la suggestione del suo mare e delle sue coste — afferma il ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti — integrare questo tesoro con quattro nuove gemme significa innalzare il livello di protezione del nostro ambiente ma anche ampliare l’offerta del turismo sostenibile italiano con nuove mete di enorme interesse, capaci di stimolare iniziative e attività di crescita economica e occupazionale per queste aree, qualificando ulteriormente la proposta ambientale del sistema–paese». Il 18 e 19 giugno prossimo le regioni interessate (Marche, Puglia, Sardegna e Sicilia) e le amministrazioni locali competenti sono state convocate al ministero per l’avvio del procedimento istitutivo. Le attività istruttorie di carattere scientifico e gli studi relativi alle aree interessate saranno svolti, per il ministero, dall’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale.

 

ALTRO GIORNALE MARCHE — 10 ottobre 2014
L’area marina protetta del Conero centrale per lo sviluppo del territorio: Busilacchi chiede il sostegno della Regione

ANCONA — «L’Area marina protetta del Conero assume un ruolo centrale per lo sviluppo del territorio, non solo in relazione alla protezione dell’ambiente marino, degli ecosistemi e degli habitat maggiormente vulnerabili ma anche perché in grado di sostenere lo sviluppo delle attività economiche locali. Una risorsa integrata fortemente attrattiva per il turismo e per tutto l’indotto ad esso collegato. Una possibilità di sviluppo che in un momento di grande difficoltà non deve andare perduta». Queste le parole del Consigliere regionale del Pd, Gianluca Busilacchi, che sull’argomento AMP ha presentato una mozione in Consiglio regionale proprio con l’obiettivo di chiedere l’impegno diretto della Regione: «affinché in questa fase che vede il prossimo incontro con il Ministro per l’Ambiente per l’avvio della procedura attuativa, sia dato il massimo sostegno, supportando con ogni mezzo le Amministrazioni locali che credono in questo importante progetto, in un momento molto delicato che vede avviato l’iter costitutivo e autorizzativo dell’intera AMP del Conero. »La mozione che è stata sottoscritta anche dai Consiglieri regionali Adriano Cardogna, Verdi e Luca Marconi, Udc, espone nei particolari l’importanza del procedimento che porterà l’area del Conero a essere individuata tra le più belle d’Italia e le più conosciute al mondo come Portofino, Porto Cesareo, Tavolara, Ventotene, Asinara, Capo Rizzuto, Cinque Terre, Tremiti. Luoghi che vivono di turismo e di ambiente.«Questo — afferma Busilacchi — dovrebbe riempirci di orgoglio perché indicatore di una regione che possiede una delle zone naturalistiche tra le più prestigiose in Italia.»Costituire l’AMP non significherà quind,i come alcuni sostengono con miopi polemiche, bloccare attività economiche legate al mare, la pesca o le attività subacquee. Tutt’altro queste potranno essere ancora di più fiorenti e sviluppate essendo l’area integrale così minuta e fuori dai percorsi da non portare alcun problema ai turisti, agli amanti del mare locali e agli operatori economici.Quindi operazioni economiche a lungo termine, turismo ecosostenibile, partecipazione delle comunità locali a tutte le fasi del progetto.

«La costituzione dell’AMP — conclude Busilacchi — costituirebbe un ulteriore fiore all’occhiello per le Marche in quanto sarebbe la prima della regione, funzionale al più ampio progetto della Macro regione Adriatico–Ionica».

 

MINISTERO DELL’AMBIENTE — 5 giugno 2014
Il Ministero dell’Ambiente avvia l’iter per istituire quattro nuove AMP in Puglia, Sardegna, Marche e Sicilia. Si andranno a sommare alle 27 già esistenti

È noto semplicemente come Ministero dell’Ambiente, ma il nome completo è Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare. Ed è proprio alla tutela del mare, e dei litorali, d’Italia che punta l’istituzione, da parte del dicastero di Gian Luca Galletti, di quattro nuove aree marine protette (AMP) che, come sottolinea una nota del dicastero, «si andranno a sommare alle 27 già esistenti per arricchire la straordinaria offerta di biodiversità marina che l’Italia è in grado di offrire».

In attuazione di quanto previsto nella Legge di stabilità 2014, il Ministero ha infatti avviato l’iter per la creazione delle AMP del Conero, sul litorale adriatico presso Ancona; di Torre Calderina, in Puglia, sulla costa barese tra Bisceglie e Molfetta; di Capo Testa–Punta Falcone, in Sardegna, a pochi chilometri da Santa Teresa di Gallura; e infine di Capo Milazzo,in Sicilia.

Le aree marine protette in Italia sono 27, oltre a 2 parchi sommersi (Baia e Gaiola, entrambi nel Napoletano, e al Santuario Internazionale dei mammiferi marini) che tutelano complessivamente circa 228.000 ettari di mare e circa 700 chilometri di costa. Sono costituite da ambienti marini, dati dalle acque, dai fondali e dai tratti di costa prospicienti, che presentano un rilevante interesse per le caratteristiche naturali, geomorfologiche, fisiche, biochimiche con particolare riguardo alla flora e alla fauna marine e costiere e per l’importanza scientifica, ecologica, culturale, educativa ed economica che rivestono. L’elenco completo (disponibile qui) comprende località in tutti i mari d’Italia, da Miramare nel Triestino alle Isole Pelagie, da Porto Cesareo in Salento all’Isola dell’Asinara in Sardegna.

La creazione delle nuove quattro aree marine protette è stata commentata con soddisfazione dal ministro Gian Luca Galletti: «Il vero tesoro italiano è la sua grande bellezza e varietà naturale e paesaggistica, la suggestione del suo mare e delle sue coste — ha dichiarato Galletti — Integrare questo tesoro con quattro nuove gemme significa innalzare il livello di protezione del nostro ambiente ma anche ampliare l’offerta del turismo sostenibile italiano con nuove mete di enorme interesse, capaci di stimolare iniziative e attività di crescita economica e occupazionale per queste aree, qualificando ulteriormente la proposta ambientale del sistema–paese»

Il 18 e 19 giugno prossimi le regioni interessate (quindi Marche, Puglia, Sardegna e Sicilia) e le amministrazioni locali competenti dovranno dunque recarsi al Ministero per l’avvio del procedimento istitutivo. Le attività istruttorie di carattere scientifico e gli studi relativi alle aree interessate saranno svolti, informa ancora la nota del Ministero, dall’Ispra, l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale.

 

WWF — 8 giugno 2014
Il paradosso delle aree marine protette

«Esprimiamo soddisfazione per l’avvio dell’iter che porterà rapidamente alla nascita di quattro nuove aree marine protette, ma non possiamo nascondere la grande preoccupazione per il taglio delle risorse finanziarie alle 27 aree già istituite condannate di fatto alla paralisi gestionale». Nella giornata mondiale dedicata agli oceani commenta così Dante Caserta, Presidente nazionale del WWF l’annuncio del Ministro dell’Ambiente, Gian Luca Galletti, dell’avvio dell’iter per la creazione delle Aree Marine Protette del Conero, sul litorale adriatico presso Ancona, di Torre Calderina in Puglia sulla costa barese tra Bisceglie e Molfetta, di Capo Testa–Punta Falcone, in Sardegna a pochi chilometri da Santa Teresa di Gallura, e di Capo Milazzo in Sicilia.

L’istituzione di queste nuove Aree Marine Protette è prevista dalla legge di stabilità 2014, che non ha però definito nessun corrispondente aumento dei finanziamenti per la gestione ordinaria delle 4 Aree Protette Marine e delle 27 istituite, già in gravi difficoltà per la sistematica riduzione delle risorse. Anzi il WWF ricorda come dall’inizio dell’anno si registra, a causa dei tagli lineari decisi dal Ministero dell’Economia e delle Finanze, una sostanziale ulteriore riduzione dei fondi per la gestione ordinaria e gli investimenti. Il capitolo di bilancio «Gestione/interventi Aree Marine Protette» ha registrato nei primi cinque mesi del 2014 un taglio di oltre 1.200.000 euro, passando dagli originari poco più di 5.000.000 di inizio anno agli attuali 3.790.000 euro circa (taglio di circa il 24%).

L’aumento del numero delle Aree Marine Protette senza un corrispondente incremento delle risorse per la loro gestione ordinaria costituisce un autentico paradosso che in prospettiva rischia di condannare alla paralisi gestionale tutto il sistema. Per conseguire i loro obiettivi di conservazione e valorizzazione del patrimonio naturalistico dei nostri mari serve infatti una gestione proattiva delle Aree Marine Protette fatta di monitoraggi scientifici, infrastrutture per la delimitazione delle diverse zone di tutela, interventi per la riduzione delle minacce da inquinamento e pesca di frodo, attività di educazione ed informazione ambientale. Inoltre per poter cogliere le nuove opportunità di sviluppo di un turismo sostenibile, enfatizzate dal Ministro Galletti, servono una gestione efficiente ed efficace ed adeguati investimenti.

Per questo il WWF Italia chiede al Governo e al Parlamento azioni coerenti per assicurare il necessario aumento dei finanziamenti per la gestione ordinaria delle Aree Marine Protette, in grado non solo di recuperare i tagli subiti negli ultimi anni ma garantire anche un proporzionale aumento in considerazione dell’annunciato avvio dell’operatività delle nuove quattro aree protette.

 

PARCO DEL CONERO — 25 giugno 2014
Verso l’ Area Marina Protetta del Conero. Diario di un viaggio
Felice sorpresa la convocazione del Ministero dell’Ambiente per discutere dell’iter istitutivo dell’Area Marina Protetta Costa del Monte Conero.

Sembrava tutto sopito, dopo la notizia a dicembre scorso del finanziamento stabilito all’interno della Legge di Stabilità. Eppure qualcosa si è mosso. Convocati per il 18 giugno 2014, abbiamo iniziato a prendere contatti con gli Enti invitati per organizzare, in modalità di risparmio della spesa pubblica, un unico mezzo per arrivare a Roma al Ministero. Hanno risposto il Comune di Ancona ed il Comune di Numana, mentre la Regione Marche e la Provincia di Ancona erano già a Roma per altre riunioni quindi, ci hanno raggiunto al Ministero. Grande assente, annunciato, il Comune di Sirolo, la cui posizione è netta per il non aprire alcuna discussione o dialogo. Le quattro ore di viaggio sono state piacevoli ed il gruppo ha approfittato per socializzare aspettative e speranze, confrontandosi con l’Assessora all’Ambiente del Comune di Numana, Rossana Ippoliti, neo eletta, con mandato da parte del Sindaco e del resto dell’Amministrazione, per entrare nell’ argomento. Al Ministero ci ha accolto il direttore Grimaldi, accompagnato da altri dipendenti che si occupano degli iter istitutivi delle AMP. Accanto a loro, esponenti dell’ISPRA, l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale. Una veloce panoramica sulle 27 Aree Marine Protette Italiane e poi subito al dunque: l’AMP del Conero si farà. Il Ministero la vuole fortemente nell’ambito del programma di tutela dei fondali e delle acque che abbiano un elevato valore in termini di biodiversità, e senz’altro la costa del Conero i requisiti per la tutela li ha tutti. Attenzione, passi il messaggio che l’approccio verso le aree marine protette non è di sola tutela, ma è soprattutto, di valorizzazione. Cosa che manca, ad esempio, negli approcci italiani nei confronti della cultura.tanta tutela ma un sistema ingessato perché non valorizza.e, pertanto, non «fa PIL», aspetto d’attualità tra la realtà italiana e quella estera. Il metodo di approccio per le aree marine protette è quello della sostenibilità: la sovrapposizione tra gli aspetti di tutela ambientale e di sviluppo socio–economico dell’area su cui insiste una protezione. Questo sarà la base di partenza per i nuovi studi che l’ISPRA avvierà a partire da oggi e che dureranno circa 6 mesi: approccio ambientale e approccio socio–economico. L’intersezione di questi due aspetti sarà il punto di partenza per la discussione riguardo l’azzonamento e la futura regolamentazione. Parallelamente a questo aspetto, viaggia l’aspetto gestionale. Il dott. Grimaldi ci ha esaustivamente e chiaramente spiegato che non esiste un modello prefissato di gestione, ma si valuta caso per caso. La tipologia di gestione che nel tempo ha funzionato di più è quella consortile, ovvero i diversi Enti ed Associazioni interessati si consorziano tra loro portando in dote personale e servizi. Un bel modello di unione che fa la forza, in sostanza. Anno zero, quindi. Si riparte. Perché? Perché sono passati circa dieci anni dall’ultimo tentativo andato in fumo di costituire l’AMP del Conero, per cui si ricomincia da capo. Un bene? Per alcuni si, per altri no. Sicuramente il Comune di Ancona, più avanti nel processo di confronto e di concertazione tra associazioni interessate, aveva aspettative migliori: partire subito. Senz’altro per gli altri Comuni, più indietro su queste fasi, si prospetta un’opportunità di dibattito e di discussione per comprendere l’entità del progetto. Il dott. Grimaldi è stato chiaro: l’area marina si farà per cui al termine dei sei mesi di studio, ci si rivedrà per decidere come proseguire. Se Ancona dovesse rimanere l’unico soggetto con la volontà di procedere, si costituirà il consorzio con il Comune capofila e gli altri soggetti interessati saranno partner. In tutto questo che ruolo avrà il Parco del Conero? Attualmente è l’Ente a cui la Regione ha demandato i compiti di tutela e valorizzazione del territorio. Crede che il futuro sia la sostenibilità e crede nell’assoluta bontà del progetto Area Marina Protetta del Conero, e sosterrà tutte le azioni, di concerto con i vari soggetti preposti, che perseguiranno l’istituzione di questa importante nuova realtà di tutela della biodiversità e di volano economico per il territorio su ampia scala. Il Comune di Ancona ed altri soggetti ambientalisti istituiranno per primi l’Area Marina Protetta del Conero. E noi saremo al loro fianco in questo momento importante, auspicando fortemente che le altre istituzioni, Comune di Sirolo e di Numana, si affianchino rafforzando gli obiettivi che tutti insieme ci si prefigge: far decollare l’area del Conero per elevarla a livelli di eccellenza ambientale e turistica come merita.

Fabia Buglioni — Consigliere Ente Parco del Conero

REGIONE MARCHE Consiglio Regionale delle Marche — Ancona, 26 giugno 2014
Comunicato n.161

ISTITUZIONE DELL’AREA MARINA PROTETTA DEL CONERO La Commissione Ambiente stabilisce un calendario per giungere in tempi brevi all’Istituzione dell’Area marina protetta del Conero attraverso un percorso partecipato e trasparente.

«Dopo il finanziamento previsto dalla legge di stabilità 147/2013 bisogna giungere in tempi brevi all’istituzione dell’area marina protetta del Conero, attraverso un percorso serio, partecipato (anche dalle voci e dalle associazioni contrarie all’istituzione dell’area marina) e trasparente, in cui siano coinvolti tutti i soggetti portatori di interessi connessi alla valorizzazione ambientale, alla tutela paesaggistica, al turismo sostenibile, alla salvaguardia dell’ecosistema marino e allo sviluppo di un’economia legata al territorio». Questo l’auspicio del Presidente della quarta Commissione regionale Ambiente, Enzo Giancarli, al termine della riunione che si è tenuta questa mattina (giovedì 26 giugno) nella sede di Palazzo Marche avente ad oggetto l’ipotesi di istituzione dell’area marina protetta del Conero. All’incontro erano presenti, oltre ai membri della Commissione (Enzo Giancarli, il Vicepresidente Daniele Silvetti, Massimo Binci, Luca Marconi, Mirco Ricci) e ai consiglieri regionali Bucciarelli e Busilacchi, i dirigenti del Servizio Ambiente della Regione, il Parco del Conero con il Presidente Giacchetti e la consigliera Buglioni, Slow–Food, Legambiente e la Cooperativa pescatori del Conero. L’incontro odierno per fare il punto della riunione del 18 giugno u.s. presso il Ministero dell’Ambiente a cui hanno preso parte anche i rappresentanti dell’Istituto Superiore di Protezione e di Sicurezza Ambientale (ISPRA) e quelli dei Comuni di Ancona, Numana, del Parco del Conero e Legambiente nell’ambito del quale si sono definiti i criteri ed il quadro normativo entro il quale ci si dovrà muovere per l’istituzione dell’Area marina protetta del Conero. Sarebbe la prima esperienza nelle Marche, mentre ventisette sono quelle presenti attualmente in Italia, e rappresenterebbe un’operazione di grande valore ambientale e grande supporto per il turismo sostenibile. Nel corso dell’incontro è stato confermato l’interesse da parte della Commissione a sostenere un procedimento partecipativo che possa condurre in tempi brevi alla zonizzazione e all’istituzione dell’area marina protetta, risultato che andrebbe a rafforzare le linee strategiche della Macroregione Adriatico–ionica. Stabilito pertanto, da parte della Commissione, un calendario compatibile con i lavori della stessa, anche rispetto ad altre leggi in itinere, che prevede incontri, nel mese di luglio, con le istituzioni e altri soggetti, di cui alcuni contrari all’istituzione dell’area marina protetta. Nel mese di settembre, si chiederà all’ISPRA, che ha avuto l’incarico dal Ministero dell’Ambiente di effettuare indagini preliminari di natura tecnico–ambientale e l’istruttoria amministrativa, di confrontarsi con il territorio per conoscere le risultanze ma anche le proposte di perimetrazione e gli strumenti per l’attuazione della gestione dell’area stessa. (l.b.)

 

Fondazione Slow Food — 11 luglio 2014
per la Biodiversità Onlus 10 anni di mosciolo

Nelle Marche, il Presidio del mosciolo selvatico di Portonovo compie dieci anni. Nato nel dicembre 2004, il Presidio tutela le cozze selvagge degli scogli sommersi della costa del Conero e, con esse, la baia verde della Riserva.

«Nel complesso, l’andamento della pesca è rimasto buono», ha spiegato Franco Frezzotti, responsabile del Presidio. «Negli ultimi anni abbiamo potuto vedere addirittura un naturale incremento della pesca, non favorito dall’aumento del numero di barche o delle giornate di pesca. È invece ormai consolidata l’assenza della piccola pesca integrativa (sogliole, pannocchie, mugelle, spigole, astici), presente fino a qualche anno fa, ma ora scomparsa del tutto. Il rischio di estinzione del mosciolo resta comunque ben presente: c’è ancora molto da fare per la sua salvaguardia e per il mantenimento della tradizionale pesca professionale».

A questo proposito, il Dipartimento di Scienze della Vita e dell’Ambiente (Disva) dell’Università Politecnica delle Marche, in collaborazione con la Cooperativa Pescatori di Portonovo e con la Condotta Slow Food di Ancona e del Conero, ha avviato il progetto di ricerca «Monitoraggio del mitilo del Conero» (Momico) proprio per valutare la situazione e i rischi legati a questa varietà.

«Gli obiettivi principali del progetto — spiegano i referenti del Dipartimento universitario — sono stati lo studio delle fluttuazioni climatiche, delle caratteristiche idrodinamiche, fisico–chimiche e trofiche delle acque costiere marchigiane negli ultimi dieci anni e il monitoraggio dello stato di salute dei moscioli di Portonovo, mediante analisi di descrittori biologici ed ecologici che includono la densità dello stock, la composizione biochimica, la variabilità genetica e il livello di esposizione a contaminanti».

Il progetto, la cui prima fase si è conclusa a inizio 2013, ha portato all’attenzione degli operatori del settore le peculiarità ecologiche del mosciolo di Portonovo, un unicum biologico che connota la Riviera del Conero come un’area ad elevata vocazione turistica e contemporaneamente di elevatissimo pregio naturalistico. I controlli sanitari hanno inoltre rilevato un costante miglioramento sia dal punto di vista batteriologico, che tossicologico.

«È emerso con chiarezza — spiega Frezzotti — che i moscioli sono un fondamentale elemento di pregio per il territorio. I risultati del progetto hanno permesso di individuare alcune caratteristiche climatiche dell’area la cui variabilità, plausibilmente legata ai cambiamenti globali come il riscaldamento delle acque superficiali, possono giocare un ruolo chiave nelle dinamiche di fluttuazione del pescato. In particolare, l’indagine storica condotta sullo stato trofico delle acque ha evidenziato vari aspetti potenzialmente critici per la specie: tra questo il progressivo impoverimento delle acque, la comparsa e frequenza di mucillagini, la possibile esplosione di specie microalgali potenzialmente tossiche, la diffusione di specie batteriche potenzialmente dannose per l’uomo, ma anche la presenza di altre attività umane (come la pesca a strascico e di dragaggio idraulico da parte delle vongolare), in grado di alterare significativamente la composizione delle particelle in sospensione, cibo per i mitili».

Anche il ricambio generazionale, che assicuri la continuazione della tradizione di pesca in modo sostenibile, è un ulteriore fattore di rischio. Pur se alcuni giovani si sono avvicinati al mondo della pesca del mosciolo, l’impossibilità di aumentare il numero di barche e l’esigenza di migliorare il lavoro e la sede della Cooperativa per rispondere alle esigenze di una più moderna commercializzazione si sono rivelati ostacoli difficili da superare.

«A dire il vero, la Cooperativa ha presentato un progetto — conclude Frezzotti — ma la sua attuazione è vincolata all’annosa vicenda dell’approvazione del Piano Particolareggiato di Portonovo, vicenda che si trascina stancamente tra promesse non mantenute ed un rimpallo di responsabilità da parte degli enti interessati. La commercializzazione dei moscioli è rimasta negli anni limitata per lo più all’anconetano, nonostante la conoscenza che il Presidio ha comportato ed il successo riscosso nelle degustazioni svoltesi in varie parti d’Italia. La Cooperativa sta anche puntando sulla possibilità di avviare un’attività di pesca turismo che potrebbe dare maggior respiro all’attività. Tra le iniziative in corso, si distinguono le giornate in compagnia dei pescatori: oltre a condividere tutte le fasi della pesca e della preparazione del prodotto, viene offerta la possibilità di visitare la costa e i meravigliosi luoghi ad essa collegati, senza far mancare una tappa al ristorante per gustare i sapore di Portonovo. In ogni caso la nascita del Presidio ha rinsaldato il legame tra i pescatori e la popolazione, in particolare con le nuove generazioni. Il Presidio ha instaurato anche un buon rapporto con i pescatori amatoriali: l’unica condizione comune è mantenere il controllo dei quantitativi pescati e delle modalità di pesca, per far sì che non danneggi la riproduzione dei moscioli. L’ideale sarebbe la creazione di un’area marina protetta nel Conero: questa potrebbe svolgere un’azione importantissima per la salvaguardia della biodiversità nel mare, per proteggere e ripopolare specie marine altrimenti in grave difficoltà, favorendo la piccola pesca come avvenuto in molte altre aree marine protette oltre ad essere un importante fattore di sviluppo e promozione del territorio».

In realtà, sembrano esserci spiragli di speranza per il progetto dell’area protetta. Grazie alla pressione esercitata dalle associazioni ambientaliste e dalla Condotta Slow Food di Ancona e del Conero, la Legge di Stabilità 2014 prevede un cospicuo finanziamento per l’istituzione di due nuove aree marine protette, la Costa del Monte Conero e la zona di Capo Testa e Punta Falcone.

Speriamo di avere presto buone notizie!

 

VIVERE ANCONA — 30 luglio 2014
Area Marina protetta del Conero. L’Ispra del Ministrero accelera l’iter e il Comitato ribadisce il «no»

L’altro ieri summit al Comune di Ancona coi funzionari di Roma. Giancarli per la Regione: «Regole chiare, Sirolo e Numana non possono vanificare un esito positivo della procedura». Sit–in del Comitato per il no al Porto turistico di Marina Dorica.

Nessuna stagnazione procedurale, si muovono le acque attorno al progetto in fase preliminare per la costituzione dell’Area Marina Protetta (AMP) del Conero. Emblematico, in tal senso, l’incontro svoltosi martedì 29 luglio alle 17,30 presso il Comune di Ancona, con alcuni alti rappresentanti dell’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra) giunti da Roma per incontrare il sindaco Valeria Mancinelli, il vicesindaco Pierpaolo Sediari, alcuni funzionari municipali e rappresentanti di associazioni legate al settore mare–pesca. «Interlocutorio» l’esito del summit. E questo era preventivabile.

Ma si è trattato di un prezioso confronto chiarificatore su una questione che vede da tempo decisamente schierati a favore del sì alla AMP del Conero il sindaco Mancinelli e la Regione Marche. Oltre, ovviamente, al Comitato promotore per l’istituzione dell’AMP, che comprende vari soggetti, tra i quali Legambiente Marche, Lega Pesca Marche, Slow Food Ancona e Cooperativa Pescatori Portonovo.

Ieri pomeriggio, 30 luglio [oggi per chi legge, ndr], probabile altro passaggio importante sul tema in occasione della riunione del Consorzio «Vanvitelli» che gestisce politicamente «Marina Dorica» e il Porto Turistico, presente il sindaco Mancinelli. Un passaggio importante perché Il «Vanvitelli» è tra le parti in causa che non si sono ancora pronunciate ufficialmente sull’ipotesi del varo dell’AMP Conero. Un’ipotesi, tuttavia, che diventa più concreta, da un lato proprio grazie all’accelerazione imposta dall’Ispra, l’organismo del Ministero dell’Ambiente che si occupa delle varie fasi procedurali.

E dall’altro, da quanto ribadito ieri da Enzo Giancarli, presidente della Commissione ambiente e territorio della Regione: «È importante che tutti sappiano che da parte del Ministero non esiste alcun veto alla costituzione dell’AMP del Conero in caso di non partecipazione all’iter del Comune di Sirolo ed, eventualmente, di quello di Numana». Giancarli lo ha sottolineato richiamando quanto già precisato in Regione, il 26 giugno, in occasione della riunione della Commissione Ambiente. Quanto al tirarsi fuori dal progetto AMP Conero del Comune di Sirolo, è un fatto scontato. Mentre quello di Numana continua a prendere tempo per studiare le carte. «Certo, l’obiettivo di fondo resta quello di estendere la fascia protetta a Sirolo e Numana – ha aggiunto Giancarli, proseguiremo nel tentativo di coinvolgere questi due Comuni, ma non esiste una clausola ostativa qualora non ci riuscissimo».

In riferimento a quella clausola — ovvero la defezione del Comune di Sirolo — che qualche anno fa costrinse il Ministero a bocciare il primo avanzato progetto di costituzione dell’AMP del Conero, con relativo inabissamento del fondo di 450mila euro stanziato dalla Finanziaria del 2008. Obiettivo minimo realisticamente possibile, ad oggi, dunque, la costituzione di una mini Area di protezione che interessi solo le acque antistanti il Comune di Ancona.

«La decisione finale per l’ok al procedimento costitutivo spetta esclusivamente al Ministero dell’Ambiente e alla Regione Marche», ha ripetuto ieri il dott. Alfredo Fermanelli (dopo averlo detto agli inizi di luglio), il dirigente che si occupa di aree protette e parchi e segue la vicenda per conto del massimo ente locale. Tornando alla posizione di Ancona, va ricordato che da mesi la Giunta municipale ha dato la sua convinta disponibilità a cogliere la nuova chance palesatasi col recente, ulteriore stanziamento di fondi da parte del Ministero – pari a 300mila euro per quest’anno e per il 2015 e di 1.300.000 euro per il 2016 – da dividere per le necessità costitutive dell’AMP del Conero nelle Marche e di quella di Capo Milazzo in Sicilia.

«Occorre definire e portare avanti un piano operativo con o senza Sirolo», aveva dichiarato il sindaco Mancinelli. Convinta che «l’AMP del Conero rappresenti una tutela del pregio e della specificità del nostro territorio, possa essere un volano per green economy, ricerca scientifica e sviluppo sostenibile e un catalizzatore di turismo sostenibile e di tutte le attività legate alla imprenditoria verde».

Quanto all’impegno assolutamente favorevole della Regione Marche, era stato ribadito dal dott. Fermanelli nel rappresentare l’ente alla riunione sul tema svoltasi il 18 giugno scorso al Ministero. Al tavolo c’era il Comune di Ancona, quello di Numana vi si era seduto solo in qualità di «osservatore», assente come preannunciato Sirolo. Presenti, quel 18 giugno, anche l’Ente Parco del Conero e la Provincia di Ancona, schierati per il sì. Durante quella riunione, la funzionaria ministeriale dott.ssa Giarratano, aveva illustrato quello che sarà il procedimento tecnico–amministrativo, che prevede l’emanazione di due provvedimenti: il decreto istitutivo del Ministero dell’Ambiente e il regolamento di disciplina delle attività consentite. Le varie fasi procedimentali saranno avviate dopo che l’Ispra avrà terminato quelle attività preliminari che lo vedono già impegnata. E che culmineranno in una istruttoria che prevede anche un percorso sempre più fortemente partecipato dal territorio della Riviera del Conero. L’istruttoria toccherà aspetti importanti di natura conoscitiva ambientale e socio–economica, per arrivare infine alla proposta di perimetrazione e disciplina delle aree interessate (zone A, B, C, a seconda del livello di divieti e limiti). Sul piano della gestione l’affidamento sarà possibile nell’ambito dei soggetti singoli o consorziati che la legge prevede e con il rispetto di una piena autonomia di ogni territorio in quanto a modalità e scelte da fare. Questi soggetti sono: gli enti pubblici, le istituzioni scientifiche e le associazioni ambientaliste riconosciute. «I funzionari Ispra saranno di nuovo ad Ancona a settembre per incontrare la Commissione ambiente e territorio della Regione Marche», ha annunciato Giancarli.

Sul fonte del no all’AMP del Conero, resta schierato l’apposito Comitato, composto da molti dei circoli locali della Federazione italiana pesca sportiva e attività subacquea, dalla la categoria dei pescatori di vongole — che una decina di giorni fa quel no l’hanno ripetuto incontrando Giancarli — dalla Lega Navale, da molte associazioni sportive e da tanti diportisti.

Proprio ieri, 30 luglio, il Comitato per il no ha dato vita ad un sit–in al porto turistico di Marina Dorica per spiegare le sue ragioni. «Un’Area Marina del Conero, così come ipotizzata adesso, creerebbe solo problemi e nessun vantaggio per il turismo», dichiara Igino Ferri, dell’Associazione pesca sportivi Ancona. Per esempio? «Nella fascia C, quella di protezione più blanda, nel tratto di mare dal Passetto alla Vela di Portonovo le imbarcazioni a motore potrebbero navigare solo oltre un miglio dalla costa, salvo quelle con motori euro 4, cioè pochissime. Nessuno, inoltre potrebbe pescare le cozze in modo amatoriale, immergendosi dopo una breve nuotata. Potrebbero farlo solo i pescatori professionisti».

 

COMITATO Area Marina Protetta del Conero NO GRAZIE
Progetto di Parco marino lungo la costa del Conero: I MOTIVI DELLA NOSTRA CONTRARIETÀ

Negli ultimi giorni sulla stampa locale sono state pubblicate notizie di progetti tesi alla realizzazione di una «Area Marina Protetta» lungo la costa del Conero.

In qualità di Presidente della Sezione Provinciale FIPSAS di Ancona, alla quale sono affiliate 34 associazioni di pesca sportiva e di attività subacquee, che rappresentano circa 1.200 tesserati, intendo rendere pubbliche le motivazioni che ci fanno essere contrari a questo progetto.

La situazione delle acque del nostro mare è buona, con l’eccezione delle foci dell’Esino e del Musone, perché le amministrazioni locali ed i cittadini della Riviera hanno a cuore il mare che bagna il proprio territorio ed hanno salvaguardato acque e costa senza necessità di un «Parco».

Il turismo nella Riviera del Conero è consistente e durante la stagione estiva la ricettività è pressoché completa, non si vede quindi la necessità, come qualcuno asserisce, di fare operazioni di «Marketing». Dal punto di vista occupazionale la situazione del territorio è tra le migliori in Italia e, nell’ambito territoriale a sud di Ancona, è addirittura scarsa la manodopera.

L’istituzione di un «Parco», come quello proposto, porrebbe sotto una campana tutta l’estensione della costa del Conero, imponendo vincoli di ogni genere che andrebbero dai divieti di transito, ai divieti di ancoraggio ed ormeggio, dai divieti di immersione ai divieti di pesca sportiva, fino ai divieti di balneazione per le zone «A».

A fronte di un incremento di turisti, solo teorico, ci sarebbe un sicuro peggioramento della qualità della vita dei residenti, che vedrebbero grandemente compromesse le possibilità di godere del tempo libero e del mare che così tanto amano.

Altrettanto gravemente compromesse, oltre alle attività sportive, sarebbero le attività economiche. Gli ingentissimi investimenti, sia pubblici che privati, nella nautica diportistica, sia nel porto turistico «Marina Dorica» di Ancona che nel Porto turistico di Numana, verrebbero vanificati in quanto con l’istituzione della A.M.P. gli utenti della nautica verrebbero esclusi da gran parte della riviera.

Altrettanto certo sarebbe il danno per tutte le attività commerciali correlate al settore nautico, della pesca sportiva e degli sport subacquei.

Inoltre sono ampiamente discutibili e criticabili i criteri fin qui adottati per la regolamentazione delle «AREE MARINE PROTETTE», nelle quali per esempio è permessa in molte zone la pesca professionale, a scapito della pesca sportiva sia di superficie che subacquea, essendo evidente che la seconda ha un impatto ambientale insignificante rispetto alla prima.

Nell’affermare che nessuno ama, rispetta e conosce a fondo le peculiarità dei fondali della «Riviera del Conero» come i nostri tesserati, che vi esercitano la loro passione per gli sport legati al mare da tutta la vita, torniamo ad opporci alla istituzione di una «Area Marina Protetta» che sarebbe l’ennesimo «carrozzone» succhia denaro.

Riteniamo che invece di uno strumento giuridico come questo, che impone solo divieti ma non promuove alcuna azione positiva per l’ambiente, vadano istituite una o più «Zone di Ripopolamento» ovvero «Zone di Tutela Biologica», nelle quali siano vietate sia la pesca professionale che quella sportiva, mentre sarebbe permesse le altre attività a basso impatto ambientale.

Tali zone dovrebbero essere individuate secondo i seguenti criteri :

  • estensione limitata e ben segnalata;
  • elevate peculiarità ambientali;
  • mancanza di antropizzazione;
  • scrupolosa vigilanza da parte sia di corpi di polizia che del volontariato;
  • possibilità di istallare ostacoli alla pesca di frodo.

Inutile dire che questa soluzione, oltre ad apportare benefici alla fauna con conseguente miglioramento qualitativo e quantitativo degli stock ittici, con positive ricadute per la pesca sia professionale che sportiva, non comprometterebbe nessuna delle attività economiche della Riviera assicurandone il miglior rispetto ecologico. Anche l’attività di navigazione e l’ancoraggio lungo il litorale, in un contesto tra due porti turistici, verrebbe regolamentata dalle ordinanze della locale Capitaneria di Porto ai sensi del codice della navigazione, senza necessità alcuna di creare un ulteriore organismo burocratico ed autorizzativo che avrebbe costi per tutta la collettività.

Sandro Fiorentini — Presidente FIPSAS Sezione Provinciale di Ancona

 

CORRIERE ADRIATICO — Ancona, 6 ottobre 2014
Pd e Parco Marino «L’AMP modello da imitare»

Prosegue la 7 giorni di dibattiti di «Tenda Democratica», nella Festa de L’Unità del PD con la partecipazione del segretario Pierfrancesco Benadduci. Ieri la presentazione del libro «La Riforma dei Parchi, visioni e urgenze» ha consentito a Mariano Guzzini, referente dell’Associazione Parchi «Gruppo di San Rossore», di approfondire l’istituzione del Parco Marino del Conero. Guzzini ha spiegato come il felice connubio tra Francia e Italia ha generato un progetto di Parco Marino che ha ottenuto importanti finanziamenti UE. Secondo Guzzini può trattarsi di un esempio di un modello da imitare. L’Assessore Regionale al Bilancio Marcolini si è detto d’accordo e il Presidente del PArco del Conero Lanfranco Giacchetti si è detto soddisfatto per l’attenzione del Pd.

 

COMITATO Promotore per il Referendum sull’istituzione dell’AMP — giugno 2021

 

L’area marina protetta Costa del Conero – Note informative